Vivian Maier, la fotografa ritrovata.

©Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Vivian Maier (New York1º febbraio 1926 – Chicago21 aprile 2009) è stata una fotografa statunitense, esponente di spicco della street photography, della cui attività artistica si sapeva ben poco fino a pochi anni prima della sua scomparsa e la cui storia ha dell’incredibile e fa riflettere sul balordo ruolo che gioca il destino nelle nostre vite e, che nel suo caso, l’ha resa immortale grazie alle sue fotografie. Non sapeva di essere un’artista, in effetti Vivian ha lavorato tutta la vita come bambinaia tra New York, Chigago e Los Angeles. Il suo talento è stato scoperto per caso solo nel 2007, due anni prima che lei morisse e già anziana, da un ragazzo che si era aggiudicato ad un’asta un box zeppo di suo oggetti. Qui scopre un tesoro: i negativi mai sviluppati di Vivian Maier. 

Audrey Hepburn, Undated © Vivian Maier/Maloof Collection

Nel corso della sua vita fotografò di tutto, per strada e dentro casa: i suoi vestiti, Audrey Hepburn , Maria Callas, Nixon in TV, giornali accatastati, ma soprattutto, con la sua Rolleiflex ha fotografato la vita in strada, ed immagini che come un riflesso la ritraggono in originali autoritratti. Chiunque avrebbe potuto vedere quello che ha fotografato Vivian Maier ma solo lei lo ha fatto, e lo ha fatto con una tecnica inconfondibile, che non appartiene a tutti ma solo alle persone di talento. Ogni singola fotografia è una storia. 

La repentina fama raggiunta da Vivian Maier pochi anni prima della sua morte si basa tanto su di una lacunosa conoscenza della sua biografia quanto sulla potenza delle sue immagini. Sappiamo pochissimo di lei e della sua vita privata. 

In una epoca in cui – anni ‘50 e ‘60 – gran parte delle donne cercava un impiego come segretaria, operaia, infermiera, insegnante, che richiedeva anni di studi, Vivian aveva motivi molto pratici per scegliere il tipo di lavoro che svolse per tutta la vita. Fin da giovane scelse di diventare bambinaia perché le sembrava di avere tutta quella libertà necessaria per dedicarsi alla fotografia e perché così facendo qualcuno le avrebbe sempre garantito un tetto sopra la testa. Nonostante una vita in solitudine le sue fotografie mostrano una donna curiosa della vita e della gente. Le sue immagini mostrano quanto era brava nell’avvicinarsi al soggetto prescelto e come spesso lei, Vivian, fosse l’ombra accanto alla figura fotografata. Una  bambinaia fotografa che per tutta la vita si rifiutò di attrarre l’attenzione su di sé, ma che da morta è diventata una fonte di ispirazione vera, antesignana della nostra attuale dipendenza dal mondo dell’immagine.

La maggior parte delle foto di Vivian Maier sono “street photos” ante litteram e dunque la Maier può essere considerata una antesignana di questo genere fotografico. Inoltre, Maier scattò molti autoritratti, caratterizzati dal fatto che non guardava mai direttamente verso l’obiettivo, utilizzando spesso specchi o vetrine di negozi come superfici riflettenti.

La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di libri e documentari.

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